Archive for 2013-12-15

Aurland Lookout: ad un passo dal vuoto

Uno dei temi che affrontiamo sempre quando ci troviamo davanti ad un nuovo progetto è sicuramente il luogo. Partiamo da lì: caratteristiche, tradizioni, risorse, materie prime, clima, visuali. Facciamo un sopralluogo e diamo sfogo alle sensazioni che quel posto suscita in noi. Il luogo di questo progetto è uno dei più grandi fiordi sulla costa occidentale della Norvegia, al di sopra della cittadina di Aurland, che gli architetti Todd Saunders e Tommie Wilhelmsen, hanno descritto come un posto bellissimo, in cui poter rilassare la mente, dove l’atmosfera è rara e le viste sono incredibili.

E il concept di questo progetto parte proprio dal luogo: mettere al primo posto la natura e al secondo l’architettura; cercare di essere meno invasivi possibile in un paesaggio così bello; tentare non di migliorarlo, poiché già spettacolare di per sé, ma di non rovinarlo inserendo troppi elementi. E allora è partendo da queste considerazioni che nasce questo progetto minimalista: un ponte panoramico immerso negli alberi, costruito con una struttura in acciaio e rivestito con legno locale trattato termicamente, che nasce sulla vecchia strada Laerdal nel vuoto, per poi girare su se stesso e precipitare sul fianco della montagna. La struttura, larga 4 metri e lunga 30, ha un altezza di 9 metri sulla montagna in forte pendenza e una volta saliti sopra si ha la sensazione di cadere nel vuoto, fino ad arrivare alla “chiara” barriera di vetro con la quale termina la passerella, progettata così per ricreare “la sensazione di stomaco sottosopra di un bambino sull’altalena”. Per mantenere il paesaggio il più inalterato possibile, gli architetti hanno pensato ad un’area parcheggio, per circa 2 autobus e 10 macchine, che hanno collocato sulla strada e che ha permesso al progetto di conservare il senso di isolamento e di splendore.

 L’Aurland Lookout, vincitore del concorso di progettazione indetto dall’Highway Department della Norvegia, ha trionfato per la sua semplicità, per il design utilizzato e per la sua diversità. E’ stato pensato per permettere ai visitatori di “uscire” dalla montagna, di affacciarsi sul fiordo, guardandolo con un nuovo punto di vista e godere dell’orizzonte e del magnifico paesaggio circostante in cui ci si ritrova immersi. 
Le immagini dicono già tutto, non c’è bisogno di aggiungere altro. Visitando i fiordi, secondo me vale la pena farci un salto. Ovviamente solo per i più temerari!

Uomo e gatto: un'amicizia difficile ma con radici antiche

 Anche se hanno un rapporto complicato, uomo e gatto sono amici da almeno 5500 anni. Questo è il risultato di una ricerca condotta in Cina da Yaowu Hu dell'Accademia delle scienze cinese in uno studio apparso su “Proceedings of the National Academy of Sciences”.





                                                                                La scoperta è avvenuta nel sito di Quanhucun, nei pressi dell'omonimo villaggio agricolo nella regione delllo Shaanxi , dove attraverso la misurazione degli isotopi dell'azoto e del carbonio dei resti presenti nel sito, è stato possibile costruire la relazione esistente tra uomo, gatto e topo. Si pensa che tutto sia iniziato con le coltivazioni di miglio, i campi in cui cresceva questo cereale ha attratto i primi topi selvatici ed abituato questi animali a vivere in concomitanza con l'uomo. Poiché il gatto è l'arma naturale contro i topi i primi gatti sono stati scelti per vivere accanto alle coltivazioni agricole ed infine, l'ambiente e l'azione diretta dell'uomo produssero una debole pressione selettiva che determinò l'evoluzione dei gatti verso la specie domestica, la crescita della loro popolazione e la loro diffusione in tutto il mondo. I resti di Quanhucun sono composti da gatti che si cibavano prevalentemente di topi ma altri invece si cibavano solo di cereali indicando la prova tangibile che era l'uomo ad accudirli. Se questa storia non vi sembra tanto antica alcuni resti trovati a Cipro di un gatto selvatico ,Felis silvestris lybica ,sepolto accanto ad un resto umano sposterebbero la prima prova di convivenza tra uomo e il felino a 9500 anni fa. Quindi anche se il vostro gatto appare schivo e diffidente in realtà la storia dell'uomo e il gatto domestico ha radici molto antiche.

Arriva la batteri-a!


In un futuro molto prossimo il vostro cellulare potrà essere pieno non di virus ma di batteri e non dovrete correre nè da un tecnico nè a comprarne uno nuovo. Questo è quello che fa pensare la scoperta di un gruppo di scienziati della University of East Anglia, con a capo Tom Clarke. Gli studi di questo gruppo condotti su un batterio, Shewanella oneidensis, che vive nei fondali marini hanno infatti dato risultati interessanti.

Questo batterio ha la capacità di ossidare e ridurre vari ioni metallici attraverso i meccanismi biologici che sono alla base della sua sopravvivenza. Grazie a queste proprietà, se il microrganismo è fatto crescere in vicinanza di un polo positivo o negativo di un circuito elettrico gli elettroni e i protoni prodotti dal suo metabolismo producono energia che può' essere ad esempio immagazzinata in batterie.

È una bio-tecnologia che sicuramente va perfezionata in molti aspetti ma che può avere già molti risvolti pratici. Un applicazione diretta sarebbe l'utilizzo di questi batteri in impianti di purificazione delle acque e dei liquami per produrre l'energia necessaria al funzionamento degli impianti stessi. Questo permetterebbe la produzione di energia praticamente a costo zero e ci fa sperare in un futuro migliore dove non si utilizzeranno più le batterie che sono una delle maggiori cause di inquinamento delle acque e del suolo dovuto alla dispersione dei metalli pesanti presenti al loro interno dopo che sono gettate in discarica.



                                                                                                     Augusto Piazza















“Evade pericoloso serial killer”, non succede solo nei film

“Evade pericoloso serial killer” sembra una frase appartenente ai titoli di testa di uno delle tante pellicole di Tim Burton, ma, purtroppo, parafrasando una celebre canzone, questa è la vita reale, non un film. È accaduto quest’oggi nel ligure, quando il 55enne siciliano, Bartolomeo Gagliano, è evaso durante un permesso premio. Era detenuto nel carcere di Marassi a Genova inseguito al suo ben colmato curriculum delinquenziale, tra cui rapine e l omicidio di 3 prostitute ed un tentato assassinio di una quarta. Fatto uscire nella giornata di ieri per recarsi al dipartimento di salute mentale di Genova, poiché considerato seminfermo di mente, ha raggiunto oggi la madre a Savona; qui, essendo venuto in possesso di una pistola, ha fermato un panettiere, di ritorno dal suo giro di consegne, e lo ha minacciato di condurlo fino a Genova; prima però, ha caricato tre borse nere nell’auto stessa, che risulta essere una Fiat Panda color chiaro. Trascorsi i 50 minuti circa del tragitto, Gagliano si è poi  liberato del commesso ed infine dileguatosi. L’assassino seriale ha così ampliato la lista delle sue referenze aggiungendo rapina ed evasione.
  
Sulle sue tracce ci sono tutte le forze dell’ordine, intenzionati a riportarlo in carcere e convinti che il piano sia venuto in mente al fuggitivo solo dopo aver ottenuto il permesso-premio; inoltre, fanno sapere ai media che tutte le arterie che conducono fuori dal capoluogo ligure sono sotto stato di controllo massimo, con adeguati posti di blocco. Nel frattempo si cerca di capire chi veramente è Bartolomeo Gagliano, un uomo che, a detta di chi lo vedeva tutti i giorni, si era calmato e teneva una condotta regolare rispetto ai primi tempi del carcere, quando cercava spesso la rissa, sia con le guardie penitenziarie sia con i detenuti stessi. Nato nel ’58 nel siciliano, è considerato dai militari un elemento “molto pericoloso”. Il primo omicidio è accaduto nel 1981 a Savona, quando uccise Paolina Fedi, prostituta, sfondandole il cranio con una pietra. In seguito a questo tragico delitto, fu condannato a otto anni di manicomio criminale a Montelupo Fiorentino, da dove evase nell’ ’89, con l’intento, riuscito, di assassinare con un colpo di pistola puntata alla bocca, un transessuale uruguayano e un travestito, ferendo gravemente poi un’altra prostituta. La sua carriera criminale poi si specializza sulle varie evasioni da ospedali psichiatrici, rapine, detenzione di armi, possesso di sostanze stupefacenti, aggressioni, estorsioni. Gli era stata giudicata, alla fine, la totale infermità mentale. 

Tra le varie dichiarazioni, una provoca più scalpore di un’altra: si tratta della affermazione di Salvatore Mazzeo, direttore del carcere, il quale ha raccontato alla emittente locale Primocanale che loro, riferendosi alle autorità carcerarie, compreso sé stesso, non sapevano che avesse precedenti penali gravi: “per noi era un rapinatore. Abbiamo valutato Gagliano in base al fascicolo di reato per cui era detenuto, che risale al 2006 e lo indica come rapinatore”. In seguito a tali parole, tante domande sorgono spontanee, come se le persone che ricoprono ruoli di rilevata importanza siano davvero all’altezza del compito a loro assegnato, domanda piuttosto generalizzata a tutte le istituzioni di questo Paese; in base a cosa e a quali elementi si decide di concedere oppure no un permesso-premio di tale portata? , oppure, non esiste una sorta di lista nera per cui non tutti possono avanzare tali proposte? Non sarebbe stata comunque obbligatoria una scorta? 

Tante le domande ma purtroppo sono sempre di meno le risposte. Intanto tutti i cittadini, grazie ai media, sono stati allertati. Neanche qui, come nei film di Burton, il lieto fine è così scontato. 

Marco Harmina

Nasce “Edicola Italiana”, l’informazione a portata di… click!

Fonte: digitalmagics.com
È ufficiale. Nella primavera 2014 il giornalismo compirà un ulteriore progresso nel campo dell’informazione 2.0: nasce la piattaforma “Edicola Italiana”. Grazie ad un accordo siglato dalla neonata startup Premium Store – finanziata da Digital Magics – e il Consorzio Edicola Italiana, sei tra i maggiori gruppi editoriali italiani – RCS MediaGroup, il Sole 24Ore, L’Espresso, La Stampa, Caltagirone Editore e Mondadori – lanceranno una piattaforma innovativa che permetterà agli utenti l’acquisto e la fruizione dei loro prodotti e servizi.
PC, tablet, dispositivi mobili: tutto in pochi click e una volta registrati, sarà possibile abbonarsi o acquistare quotidiani, riviste, magazine ed altri prodotti dei sei gruppi editoriali che hanno aderito al progetto. Ma non solo: grazie ad uno sfogliatore intuitivo in formato HTML, avranno accesso al servizio anche gli editori che non dispongono di una versione digitale dei propri prodotti, cosicché in futuro potranno, qualora lo vorranno, prendere parte al progetto. Inoltre, agli utenti sarà possibile accedere agli archivi online dei giornali e ricercare, in modalità full text, una o più parole chiave in ogni documento archiviato.
Insomma, i tempi cambiano e i lettori anche. E questo ormai gli editori italiani lo sanno bene. È ormai risaputo che si ha sempre meno tempo per leggere e che, dopo l’avvento del web 2.0, soprattutto i giovani hanno cambiato il loro modo di informarsi. Per sopravvivere alla crisi della carta stampata e per andare incontro alle esigenze dei sempre più numerosi lettori di giornali online, “Edicola Italiana” sembra essere la strada giusta ed il futuro dell’informazione. Di questo avviso non poteva non essere anche il direttore generale della Federazione italiana editori giornali e nominato presidente del Consorzio, Fabrizio Carotti: «Il futuro dell'industria dell'informazione sono le nuove tecnologie ed il web 2.0, e la nascente piattaforma “Edicola Italiana” rappresenta per gli editori italiani un significativo passo avanti in questa direzione».


Simone Rinaldi

Non sta succedendo qui. Ma sta succedendo ora

Brillante, immediata e scioccante. La recente campagna di Amnesty International, mantiene vivi i pensieri, sensibilizza le coscienze e sveglia l’indifferenza verso ciò che succede nel mondo. Tragedie, guerre, soprusi e sfruttamenti che spesso riteniamo lontani anni luce dalla nostra quotidianità.
Non ci si può voltare dall’altra parte se, a fissarci intensamente, sono gli occhi di un padre disperato, che tiene in braccio il figlio sanguinante. Non è permesso abbassare lo sguardo davanti a quello impaurito di un bambino inginocchiato, con un’ arma tra le mani. Non si può prendere con tranquillità l’autobus mentre alla tua destra una donna sta per essere uccisa. Walker Werbeagentur, Federico Naef,  Keystone e APG, hanno raccolto  queste immagini toccanti che pongono l’attenzione su una realtà fin troppo vicina a noi. Lo sfondo delle immagini è proprio quello della nostra città, quello che osserviamo abitualmente ogni giorno, che fa da contorno a queste crudeli riproduzioni. Cartelloni pubblicitari apparsi,almeno per ora, solo in Svizzera. Una realtà brutale, che vuole essere ascoltata, ma che troppo spesso allontaniamo superficialmente. Quella di un bambino affamato, che non ha colpe e che, soprattutto, potrebbe essere nostro figlio. Forse se il suo “qui” fosse quello in cui siamo abituati a vivere, mangerebbe un buon gelato per merenda, avrebbe lo zaino con i libri di scuola in spalla e in mano un gioccattolo regalato dalla mamma. E’ vero:  non sta succedendo qui. E allora perché non correre in centro a comprare l’ultimo paio di scarpe pubblicizzato? Impegnarsi  nella maratona degli acquisti natalizi? Abbandonarsi al consumismo più sfrenato?  Sta succedendo ora però:  una donna violentata a cui è stata strappata la dignità.
Una catena che distrugge la libertà personale. Un bambino muore in una guerra che non è la sua. E’ simultaneo, istantaneo. Eventi che, semplicemente, accadono.  La nostra mente nel frattempo, cancella, resetta, sovrappone e dimentica. Quando ci svegliamo la mattina, calpestiamo tutti la stessa terra. A riscaldarci, è lo stesso sole. Senza soffermarsi troppo su un banale perbenismo e una retorica ridondante, si dovrebbe semplicemente, grazie anche allo straordinario contributo  fotografico di Amnesty International, aprire gli occhi, uscire dal nostro bel mondo ovattato e fortificato e domandarsi se, veramente, nessuno nel proprio piccolo, possa fare qualcosa, qui, ora.


                                                                                                                   Giulia Ballini  
                

Oltre il sapone, tanta cultura a Marsiglia

Marsiglia è una città particolare, fusione di popoli di molteplici origini, che ha saputo creare dalla diversità un’identità unica. Oggi è la città dell’arte, della rinascita culturale e sociale. Quest’anno è stata proclamata, insieme alla città slovacca Kosice, Capitale Europea della Cultura. All’inizio del 2013 è un cantiere aperto, sotto vari punti di vista: aperto al mare, alla società, alla cultura, al futuro. Dopo grandi trasformazioni subite già negli anni precedenti, sono stati avviati circa 60 cantieri tra recuperi, riconversioni e nuove costruzioni. Il progetto principale, finalizzato al rilancio turistico e culturale, è l’Euro-Méditerranée, un piano che prevede il rinnovamento urbano di Marsiglia, a partire dalle aree portuali dismesse e volto alla promozione dell’area metropolitana. Architetti, ingegneri e artisti sono accorsi da ogni parte del mondo per dare il proprio contributo e si sono concentrati in particolare nella zona che va da Vieux Port, riqualificato grazie a un intervento dello studio di architetti di Norman Foster, che ha reso l’intera area pedonale, a Le Panier, il quartiere più antico e caratteristico di Marsiglia, con i suoi vicoli multicolore.

Scendendo verso il Fort-Saint-Jean troviamo uno degli edifici più notevoli, il MuCEM, Museo della Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, ideato dall’architetto franco-algerino di origine italiane Rudy Ricciotti, che si ricollega ad esso tramite una passerella. Un edificio di “pietra, acqua e vento” che ospita spazi museali e dal quale è possibile ammirare da una parte Notre-Dame-de-la-Garde, sull’alto della collina, e dall’altra la Cathédrale Sainte-Marie-Majeure in stile neobizantino.

Accanto al MuCEM, uno degli edifici più rivoluzionari è la Villa Méditerranée firmata dall’architetto italiano Stefano Boeri, che sviluppa i suoi spazi sopra e sotto il mare ed è caratterizzato da uno sbalzo di 36 metri sospeso a 14 metri di altezza dal livello del mare. Un intervento significativo è stato realizzato per il J1, un hangar situato sulle banchine del porto di Marsiglia, che è stato completamente riqualificato.

Aperto per la prima volta al pubblico, con mostre ed eventi (tra cui la mostra su Le Corbusier) diventa un luogo d’incontro nell’attività portuale. Altri progetti realizzati sono il Frac, Fonds Régional d’Art Contemporain, museo realizzato dall’Architetto Kengo Kuma, il quale ha dovuto inserire l’edificio nel quartiere di Joliette, dall’assetto urbano complesso; quattro edifici, tra i quali il grattacielo di Jean Nouvel nel quartiere di Quais d’Arenc; il museo della fotografia di Frank O. Gehry; l’Euromed ideato da Massimiliano Fuksas. 
Marsiglia rappresenta in sintesi uno dei più grandi progetti di riqualificazione urbanistica europea. In questa città così complessa, dalle mille contraddizioni, ci sono tutti i presupposti per la creazione di una nuova identità. E una buona architettura contribuisce in maniera significativa al raggiungimento di questo obiettivo.

Federica Salvatore

Terra dei fuochi, il più grande avvelenamento a partecipazione pubblica

La locuzione “Terra dei fuochi” viene utilizzata per indicare la pratica criminale di smaltire o riciclare i rifiuti speciali bruciandoli. Il fenomeno denunciato a ogni istituzione competente, è stato per molti anni ampiamente sottovalutato. In molti ancora non immaginano i danni e le entità del problema, che continua a produrre malati, nonché morti di tumore. L’espressione è stata usata per la prima volta nel Rapporto Ecomafie del 2003 di Legambiente e ripresa da Roberto Saviano nell’ultimo capitolo ( l’XI) del libro Gomorra. La “Terra dei fuochi” è una vasta area dell’Italia meridionale, che comprende molti comuni tra Napoli e Caserta: Acerra, Aversa, Caivano, Camposano, Capua, Casal di Principe, Casaluce, Frignano, Giugliano in Campania, Lusciano, Marcianise, Nola, Orta di Atella, Parete, Pomigliano d’Arco, Portico di Caserta, Pozzuoli, Qualiano, Quarto, San Cipriano, San Marcellino, Teverola, Trentola- Ducenta, Villa Literno, Visciano.

Per anni nelle campagne campane si sono verificati sversamenti illegali di rifiuti industriali e rifiuti tossici e nucleari provenienti dal nord Italia e dal nord Europa, da parte della Camorra e in particolare del clan dei Casalesi. Questi rifiuti, abbandonati nelle campagne o lungo le strade, quando vengono incendiati rilasciano nell’atmosfera sostanze tossiche, tra cui la diossina. Sarebbero proprio questi fumi tossici, responsabili che negli ultimi anni hanno prodotto nelle zone di Succivo, Caivano, Acerra e Giuliano un alto tasso di tumori soprattutto al seno e alla tiroide, per le giovani donne, e i bambini. Dal 1991 al 2013 si sono svolte 82 inchieste per traffico di rifiuti che hanno incanalato veleni da ogni parte d’Italia seppelliti direttamente nelle discariche legali e illegali della Terra dei Fuochi, gestite della criminalità organizzata. Adelphi, Black Hole, Caronte, Cassiopea, Chernobyl, Dirty Pack, Ecoboss, Falena, Giudizio Finale, Houdinì, Madre Terra Matrix, Nerone, Nolo, Old Iron, Partenope, Quattro Mani, Re Mida, Terra Mia, Tre Ruote, Ultimo Atto, sono le voci- inchieste che compongono il Dizionario dell’ecocidio nella Terra dei Fuochi. Le inchieste si sono concluse con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, e hanno coinvolto 443 aziende, le maggior parte delle quali con sede sociale al centro e al nord Italia. Durante la crisi dei rifiuti in Campania, tra il 2007 e il 2008, i roghi divennero più frequenti. Solo tra il gennaio e il febbraio 2007 vennero incendiati 30.000 kg di rifiuti in terreni agricoli. Dalle dichiarazioni rilasciate dal pentito di mafia, Carmine Schiavone, già nel 1995, si evince come la Campania fosse destinata a divenire una discarica di materiali tossici, scorie nucleari e acidi. Ad oggi, in 22 anni di attività illecite, sono stati sversati circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni genere. Secondo gli inquirenti, se ogni tir è in grado di trasportare 25 tonnellate alla volta, 410.905 camion carichi di queste sostanze, hanno attraversato l’Italia per concludere il loro viaggio nelle campagne casertane e napoletane. Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, giudica disattenta e omertosa l’attività delle istituzioni, che hanno favorito “un crimine in piena regola”. Ribadisce la gravità della situazione e la necessità di fornire soluzioni concrete per risolvere un problema a lungo rimandato, e afferma “Vogliamo che sia archiviata finalmente la triste stagione della Terra dei fuochi e che il territorio possa tornare a vivere e credere nel futuro”.

Intanto è stato approvato in data 03/12/13 dal Cdm il decreto sulla Terra dei fuochi. Entusiasta afferma il premier Letta: "Oggi per la prima volta le istituzioni nazionali affrontano l'emergenza Terra dei Fuochi. Il provvedimento va in Parlamento ma è già norma da oggi". Con il decreto legge cosi approvato viene introdotto nell’ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti. E'stata inoltre stabilita la perimetrazione delle aree agricole interessate e della campagna ed entro 150 giorni. Si tratta di "una risposta senza precedenti, forte, netta" per "recuperare il tempo perduto - afferma ancora Letta. Prevista inoltre la possibilità di usare i militari - dice il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, la quale in conferenza a Palazzo Chigi dice - "non è un punto di arrivo ma un inizio. Nuovo inizio per la Campania".

Francesca Pistolini


Gli omini di zenzero

Con l’avvento delle feste natalizie, ho pensato ad un dolcetto ideale per questi giorni e perché no, anche come simpatica idea da regalare : gli omini di zenzero. Questi biscotti sono tradizionali del nord Europa e vengono preparati per il periodo di Natale. Io personalmente li adoro , sia per il loro sapore speziato, perfetto per accompagnare un buon tea che per i loro decori. Mi piace poi, una volta fatti appenderli all’albero con dei nastrini. Oggi quindi diventiamo tutti l’uomo focaccina di Shrek e creiamo il nostro Zenzi personalizzato con tanto di glassa per decorarlo.

INGREDIENTI per 30/35 biscotti
Farina 350 gr
Zucchero 160 gr
Burro 150 gr
Uova 1
Sale un pizzico
Miele 150 gr
Cannella ( in polvere ) 2 cucchiaini
Noce moscata ( in polvere ) un cucchiaino raso
Zenzero ( in polvere ) 2 cucchiaini

INGREDIENTI per la GLASSA
Zucchero a velo 150 gr
Uova 1 albume

COSA OCCORRE
Formine da biscotti
Mattarello
Fruste ( meglio se elettriche )
Carta forno
Teglia
Tasca da pasticcere

Iniziamo setacciando la farina con lo zucchero, ( mi raccomando attenzione ai grumi ) aggiungiamo tutte le spezie , il pizzico di sale e per finire il burro ammorbidito e tagliato a cubetti. Aggiungiamo anche il miele e azioniamo le fruste ( o l’impastatrice se la avete ) a media velocità, fino ad ottenere un impasto bello bricioloso. Uniamo l’uovo e continuiamo ad impastare . L’impasto ottenuto dovrà essere una palla,lo compattiamo per bene e avvolgiamo con la pellicola. Facciamo riposare in frigorifero per circa 2 ore.
Una volta trascorso il tempo, preriscaldiamo il forno a 180 gradi e stendiamo l’impasto con il mattarello ( ricordatevi prima di infarinare il piano di lavoro che utilizzerete ed il mattarello, altrimenti l’impasto si attaccherà alla superficie ). Con gli stampini , ricaviamo le figure dei nostri omini, li adagiamo su una teglia coperta di carta da forno e inforniamo per circa 10-12 min ( devono dorarsi ).
Prepariamo ora la glassa : montiamo a neve ferma l’albume e aggiungiamo poco alla volta lo zucchero a velo, sempre continuando a sbattere. Ora riempiamo la tasca da pasticcere, se non la avete potete usare questo tutorial per crearla in casa con la carta forno http://www.youtube.com/watch?v=tvDPzWGdHE0 oppure, io spesso utilizzo una siringa privata dell’ago…eh il fai da te!
Decoriamo i nostri omini come più ci piace!
Qualche consiglio per la decorazione : potete prendere spunto da foto trovate in internet oppure a me piace per esempio anche disegnarne solo il contorno e i bottoncini!
Buon divertimento!
                                                                                                                                        Elena Guglielmino

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