giovedì 5 dicembre 2013

“L’onorevole Andreotti dice che l’emergenza criminalità è in Calabria e in Campania, Generale, ha forse sbagliato regione?”. Questa è la domanda che Arturo, alla sua prima intervista da giornalista, pone al Generale Dalla Chiesa. La cosa strana è che Arturo è un bambino e nella sua onesta ingenuità riesce a cogliere un punto fondamentale: i piani alti hanno deciso di porre l'attenzione su altro e spegnere momentaneamente i riflettori sulla Sicilia.



IL FILM. Primo film da regista, interprete e sceneggiatore per Pierfrancesco Diliberto, in arte PIF. Un'opera che racconta il suo rapporto personale e quello di un'intera generazione che ha vissuto contiguamente alla mafia. E' la storia di Arturo Giammarresi, bambino nato e cresciuto nella Palermo tra gli anni '70 ed il 1993, con il sogno di diventare giornalista ed una 'strana' passione per l'onorevole Giulio Andreotti, allora Presidente del Consiglio. In una recente intervista lo stesso PIF ha dichiarato: "Il problema è che a Palermo tutti sanno tutto. A 10 anni sapevo che in un certo bar si vedevano i mafiosi. Poi col tempo si è scoperto che i pentiti raccontavano che in quel bar c'erano raduni di mafia. Come è possibile che un bambino di 10 anni sa una cosa del genere e nessuno ha fatto niente?". La verità è che la generazione dei genitori di Arturo (e dello stesso PIF) ha in qualche modo protetto i propri figli conducendo una sorta di vita parallela. I bambini vivevano un'infanzia quasi del tutto inconsapevole di quello che stava succedendo, come se fosse normale, però drogata. "La mafia uccide solo d'estate" oppure "La mafia è come i cani, basta non dargli fastidio" sono proprio esempi di frasi e luoghi comuni usati dai genitori per sminuire l'operato della mafia agli occhi dei bambini. Si, perché non si negava la mafia, si negava la pericolosità della mafia. Un'atteggiamento questo che ha permesso ad alcuni di vivere una vita relativamente tranquilla, ma che ha lasciato da solo chi invece pensava che fosse giusto combattere e sconfiggere la mafia. Di una cosa però Arturo è certo: è innamorato di Flora. Se ne innamora tra i banchi di scuola e questo sentimento diventa importante e portante per raccontare questo tipo di storia e per far capire quanto si possa essere felici nel privato anche quando la cosa pubblica intorno è drammatica, tragica e collusa con la mafia.

Questo film è un'occasione per conoscere meglio e spiegare cos'è la mafia, indicando assassini e vittime, separando complici ed eroi, sempre usando però quella chiave di leggerezza ed ironia che è il marchio di fabbrica di PIF. Lo spettatore viene portato a guardare quella realtà con gli occhi di un bambino, trasformando quindi il racconto in un'opportunità per riflettere ed informare le nuove generazioni su una realtà e su un pezzo di storia, che forse è anche utile per leggere l'attualità.
Allego il link del trailer: http://www.youtube.com/watch?v=i7SfARhL9ws

Claudio Bellucci

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