giovedì 28 novembre 2013

Tutti sicuramente conosciamo la storia di “Alice nel Paese delle Meraviglie”Quello che però forse non tutti sanno è che nel mondo ci sono persone che vivono davvero come la piccola protagonista del romanzo, la maggior parte delle quali sono bambini, anche se non mancano i casi in età matura. Ultimamente è stata descritta una bimba di sei anni, che vive a Pipersville, in Pennsylvania, USA. La piccola afferma di sentirsi spesso come Alice, vedendo oggetti e persone rimpiccioliti, piuttosto che ingranditi, avendo allucinazioni ottiche e non percependo le giuste dimensioni dello spazio e del tempo.

E questi sono, effettivamente, i sintomi principali della Sindrome, definita, per l’appunto, come Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (acronimo inglese: AIWS): alterazioni dello schema corporeo (micro/macrosomatognosia), micropsia, macropsia, depersonalizzazione, derealizzazione, illusioni visive. I pazienti, peraltro, non dimostrano patologie mentali concomitanti, o danni alla vista ed hanno un livello di lucidità totalmente nella norma, tranne che durante questi brevi episodi di distaccamento dalla realtàSeppur la prima descrizione di questa Sindrome risale al 1952 con Lippman, il nome letterario le fu dato nel 1955 sul Canadian Medical Association Journal da John Todd, psichiatra inglese dell’Università dello Yorkshire (e per questo definita anche con il nome di “Sindrome di Todd”).

Il quadro clinico può essere associato ad assunzione di allucinogeni ( in particolare al muscimolo, un alcaloide presente nell’Amanita Muscaria, uno dei funghi più appariscenti, con il cappello rosso a pois bianchi, tra l’altro molto simile allo stesso fungo che mangia Alice),ma anche a mononucleosi infettiva, Coxsackie Virus B1,schizofrenia. La correlazione maggiore, però, si riscontra con lesioni cerebrali, epilessia ed emicraniaIn particolar modo, il collegamento si effettua con l’emicrania definita “con aura”. In questo tipo di emicrania, la cefalea è preceduta da alcuni sintomi caratteristici (nell’insieme definiti “aura”), quali: lampi di luce, immagini scintillanti, quadrantopsia – deficit della vista in un quadrante visivo - , disturbi della parola…), al termine dei quali inizia la crisi dolorosa. Grazie a tecniche di medicina nucleare, utilizzando come tracciante 99mTc-Hm PAO (un complesso lipofilico, che viene assorbito dal cervello in seguito ad iniezione endovenosa), tramite la SPECT (tomografia computerizzata ad emissione di un singolo fotone) sono state rilevate particolari regioni mal irrorate (temporale, occipitale e l’area perisilviana) e, quindi, in stretta associazione con la AIWS. Non è ancora chiaro il legame tra questo tipo di emicrania e la Sindrome, ma si è supposto che lo stesso autore di Alice in Wonderland, Lewis Carroll, fosse affetto da AIWS. In effetti, dai suoi diari si apprende che egli nel 1856 consultò uno dei massimi esponenti nel campo dell’oftalmologia del suo tempo, per riferirgli delle sue esperienze visive e di emicrania, che gli si presentavano abitualmente e che, si suppone, egli usò come ispirazioni per la sua opera

Nonostante le esperienze particolari che una così strana sindrome può portare, i sintomi descritti sembrano andando alleviarsi nel corso del tempo (anche tramite l’uso di beta bloccanti, antidepressivi, anticonvulsionanti -tutti farmaci usati per il trattamento delle emicranie-) fino alla loro totale scomparsa, permettendo così ad Alice di uscire finalmente dalla tana del Bianconiglio.



KM

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