lunedì 9 dicembre 2013

“Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione” (Henry Ford). Motivazioni, forza di volontà, determinazione, le uniche chiavi per il successo. Per tornare a guardare il futuro con fiducia occore tornare a sognare cercando un’ispirazione, un modello che stimoli fantasie ormai assopite. Chris Gardner, ne avrete sicuramente sentito parlare, è l’uomo giusto per dare una speranza a noi giovani. È l’ispiratore del film che ha riportato un pezzo di Italia ad Hollywood, "La ricerca della felicità" (The Pursuit of HappYness), la storia di un ex senza-tetto che ha conquistato Wall Street partendo dal nulla, e forse ispirandosi proprio alla frase di Henry Ford che apre questo articolo.

Tutto inizia da Milwaukee dove Gardner nacque all’inizio degli anni 50, e dove fin dall’infanzia visse momenti difficili a causa di un padre molto violento, che causò perfino l’arresto della madre accusandola di frode con prove rivelatesi poi infondate. Nonostante problemi personali e con la legge la madre fu la maggior fonte d’ispirazione per il giovane Chris, incoraggiandolo a credere in se stesso e ripetendogli sempre la stessa frase: “puoi contare solamente su te stesso, la cavalleria non sta arrivando”. A 17 anni si arruolò in marina, divisione medica, dove conobbe il dottor Ellis, un cardiochirurgo che gli offrì un lavoro nella sua clinica di San Francisco. Dopo il congedo iniziò a lavorare a stretto contatto con il dottore coltivando il sogno di un futuro come medico.

È una Ferrari però a cambiargli la vita, o meglio il suo proprietario, Bob Bridges. Gardner si trovava nel parcheggio del San Francisco General Hospital quando lo vide per la prima volta. L’immagine di benessere, trasmessa dal connubio tra una fuori-serie rossa ed un abito elegante, colpirono Chris che incuriosito chiese immediatamente che lavoro aveva permesso un simile tenore di vita. “Sono un broker” , queste le tre parole pronunciate da Bridges che scatenarono le motivazioni di Gardner, subito intenzionato a provare, assumendosi un rischio elevatissimo, una sorta di all-in con la vita, con alte probabilità di trovarsi catapultato da una stabilità mediocre ad un futuro di miseria. Inizò un tirocinio non retribuito presso la Dean Witter Reynolds, e la strada sembrò subito tutta in salita, la fine del mese era sempre più lontana, e gli unici introiti derivanti dalla vendita di apparecchiature mediche non gli consentivano un affitto. Nel 1982 riuscì a superare al primo colpo l'esame per la licenza e venne assunto regolarmente a tempo pieno, incredibilmente però proprio il successo lavorativo coincise con il momento più difficile della sua vita. Da quel momento Gardner fu costretto a dormire nei posti più disparati per la continua mancanza di soldi, cercando di risparmiare quanto possibile per riuscire ad affittare un appartamento. Per un intero anno, all'insaputa dei suoi colleghi, fu un senzatetto che passava la notte in motel, aeroporti, parcheggi, nel suo stesso ufficio, sui trasporti pubblici e perfino nei bagni. Dopo una vita passata ad inseguire “la ricerca della felicità” Gardner finalmente nel 1987 ricompose il suo puzzle, fondando la sua società finanziaria, la Gardner Rich e riuscendo a scalare i gradini di Wall Street fino a diventare uno dei guru della finanza americana. 

Per concludere torniamo al nostro titolo. Si scrive happiness e non happyness e molti di voi se ne saranno accorti fin dall’inzio, ma è tutto voluto ed è lo stesso errore commesso da Gardner nella sua autobiografia. Il perchè di una Y al posto di una I viene spiegato dallo stesso Chris in questo modo: «Quando finalmente riuscii a prendere il mio primo appartamento con mio figlio, di fronte avevamo un Centro sociale col nome di “Happyness”, proprio con la “y”» un aneddoto che spiega la semplicità di un uomo che, grazie alle sue forze ed al lavoro duro, ha raggiunto i suoi obiettivi, conquistando l’America.

L&S

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