domenica 8 dicembre 2013

La commissione europea ha deciso di multare otto istituzioni finanziarie che negli ultimi anni, pre e post crisi economica, hanno manipolato i principali tassi di interesse interbancari Libor, Euribor e Tibor. La manipolazione sarebbe avvenuto attraverso la costituzione di cartelli illegali finalizzati al controllo dei tassi interbancari utilizzati nella definizione di mutui ipotecari e derivati finanziari. L’indagine ha coinvolto: Barclays, Deutsche Bank, Societè Generale, Rbs, Ubs, JP Morgan, Citigroup e il broker RP Martin (Barclays e Ubs avendo rivelato l’esistenza dei cartelli, hanno beneficiato dell’immunità). La multa per la partecipazione al cartello sulla manipolazione dei tassi europei è stata di 465,861 milioni di euro per Deutsche Bank, Societè Generale 445,884 milioni, Rbs 131,004 milioni.  Per l’altro cartello, Rbs è stata multata per 260,056 milioni, Deutsche Bank per 259,499 milioni, Jp Morgan per 79,897 milioni, Citigroup per 70,020 milioni, Rp Martin per 247 mila euro.

Il commissario alla Concorrenza, Joaquìn Alluni, ha definito “sconvolgente la collusione fra banche che si suppone essere in concorrenza fra di loro. La decisione odierna manda un messaggio chiaro sul fatto che la Commissione è decisa a combattere e punire i cartelli nel settore finanziario”. Bisogna quindi interrogarsi sul perché banche (in apparenza) in concorrenza tra loro dovrebbero accordarsi per manipolare il normale corso dei tassi. Prendiamo in esame il tasso Libor (London Interbank Offered Rate), questo viene fissato per dieci valute (euro, dollaro USA, yen, sterlina, franco svizzero, dollaro canadese, dollaro australiano, corona danese, corona norvegese e dollaro neozelandese) e 15 diverse scadenze temporali (da un giorno a 12 mesi).Il Libor negli ultimi anni, più che tasso al quale le maggiori banche si prestano denaro sul mercato, rappresenta un tasso teorico di riferimento al quale sono ancorati numerosi strumenti finanziari derivati e a cui sono indicizzati mutui e prestiti. Il tasso viene fissato grazie ad un sondaggio condotto alle 11:00 del mattino che permette di ottenere una media troncata delle risposte date dagli istituti di credito ( da 8 a 18 istituti) a questa domanda: “A quale tasso potresti prendere a prestito dei fondi se dovessi chiederne e quindi accetteresti offerte sul mercato interbancario per un importo significativo prima delle 11:00 del mattino?”.
Una volta definito, viene reso pubblico ed è possibile prenderne visione (le banche non possono vedere il tasso scelto dalle concorrenti). Fatta questa precisazione, un ragionamento semplice e logico porta a pensare che la manipolazione dei tassi interbancari al ribasso abbia come fine ultimo quello di apparire più solide rispetto alla realtà. (tassi superiori implicano maggior “paura”). Una spiegazione diversa, più sottile, vedrebbe nella manipolazione dei tassi, parametri di riferimento per numerosi strumenti finanziari derivati, la volontà di ottenere guadagni maggiori dalle operazioni in derivati (piccole variazioni nei tassi comportano grandi guadagni a scadenza). Non bisogna dimenticare, inoltre, che molti prestiti obbligazionari emessi da queste Banche per finanziarsi sul mercato internazionale dei capitali hanno le cedole indicizzate al Libor/Euribor (minor tasso, minor costo).

Tralasciando la numerosità delle possibili interpretazioni del fenomeno, non bisogna dimenticare che il comportamento degli istituti di credito è figlio di uno scarso controllo sul loro operato nel periodo pre e post crisi. L’attività delle banche non dovrebbe “forse” essere indirizzata verso un fine sociale che tuteli il risparmio e garantisca il cittadino dalle possibili speculazione delle stesse? Non dovrebbe per questo essere oggetto di grande e costante controllo? Stavolta non un commissario europeo ma un professore ordinario di diritto bancario cominciava il suo corso con la seguente affermazione: “Ragazzi, quando ho cominciato ad impartire lezioni di diritto bancario il corso si riassumeva in due grandi macroconcetti: le banche fanno quello che vogliono, quando vogliono”. Sulla scia del pessimismo, bisogna tornare con i piedi per terra, o meglio, sull’economia reale.

Beatrice Di Marco

Lettori fissi

Popular Post

Punto&Virgola - The blog. Powered by Blogger.

- Copyright © Punto&Virgola - The blog -Metrominimalist- Powered by Blogger - Designed by Johanes Djogan -