martedì 10 dicembre 2013

Dal 28 settembre 2013 al 2 marzo 2014, “La Grande Avventura”

125 anni di avventura ed esplorazione. Di ricerca e scoperta. Da 15 anni in Italia, quella offerta dalla Society, è la possibilità di conoscere a fondo, forse senza esagerazioni, tutti i viventi sulla terra.  Il magazine, sicuramente unico per quello che offre, non è solo la raccolta di bellissimi scatti fatti in giro per il mondo, ma il reportage di culture e tradizioni lontanissime, di spedizioni, di modi di vivere e sopravvivere. Di popoli esotici e sconosciuti, di storia, natura ed ecologia. A scrivere infatti, sono giornalisti, ricercatori, scienziati e studiosi, di fama mondiale. Con la “Grande Avventura”, afferma il curatore della mostra Guglielmo Pepe, si cerca di portare alla luce attraverso scatti mozzafiato l’essenza stessa del  National Geographic. L’esposizione non è infatti un semplice susseguirsi di fotografie casuali: è anzi un percorso storico- fotografico, un viaggio che parte da Washington 125 anni fa, per espandersi in tutti i continenti. 125 scatti di volti famosi ed animali maestosi, momenti e tappe storiche salienti. Il percorso dovrebbe, oltre l’impatto estetico ed emozionale, continua Pepe, far riflettere su un altro aspetto: gli uomini sono esseri intelligenti, ma non i migliori. Dovrebbero comprendere che il destino del Pianeta, dipende da ognuno. Che la Terra è di tutti e tutti rispondono dei danni provocati. Il patrimonio che ci è stato donato, non è inesauribile. La mostra  ci offre la possibilità di vedere con occhi empatici e più comprensivi, tutte le specie viventi. Di capire l’amore, l’evoluzione e il progresso che c’è dietro ogni ricerca. Come non reputare suggestiva la prua del titanic fotografata da Kristof nel ’91?

E quella scattata in Tanzania nel 1964 da Van Lawick che vede la primatologa Jane Goodall "fare amicizia" con uno scimpanzé, Flint?






Assolutamente particolari le immagini di Eliza Scidmore che mostrano il Giappone del 1900, tra geishe e fiori di ciliegio, colorate tutte a mano.




E quella di Carl E. Akeley, che nel 1910, riesce a cogliere un primo piano straordinariamente dettagliato di una zebra di Burchell che riposa nelle pianure di Athi?







La National Geographic Society ha finanziato tantissime spedizioni, fra le quali quella sul Monte St. Elias in Alaska ma anche quella di Robert Pearly al Polo Nord del 1909. Pochi anni dopo Hiram Bingham scopre Machu Picchu. Il magazine continuava senza sosta a segnare tappe fondamentali nella storia della fotografia: sono del 1906 le prime immagini di animali scattate con il flash e del 1926 le prime foto sott’acqua. Il merito della mostra è senza dubbio anche del Palazzo delle Esposizioni che, per la sesta volta, offre i suoi spazi affascinanti per un evento di tale portata. Tra imprese memorabili e personaggi leggendari, tra ricerca in laboratorio e spedizioni nei luoghi più sperduti, tra  bellezza della vita animale e vegetale, tra l'impegno per la conoscenza e quello per la salvaguardia di Madre Terra, l’impegno de "La Grande Avventura" è senza dubbio apprezzato, e il suo scopo raggiunto.


Giulia Ballini

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