mercoledì 27 novembre 2013

Il 25 novembre è stata celebrata la giornata mondiale Onu contro la violenza sulle donne. La scelta di questa data non è casuale: in questo giorno di 53 anni fa le tre sorelle Mirabel furono torturate e uccise dagli agenti del dittatore Rafael Trujillo durante la lotta di liberazione della Repubblica Dominicana. I dati parlano chiaro: «Più del 70% delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita», ha sottolineato Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite. Anche l’Italia, purtroppo, non fa eccezione: dall’inizio del 2013 si contano 128 donne uccise da mariti, fidanzati, familiari. Uno scenario drammatico che va cambiato. Per farlo serve l’impegno di tutti, occorre sensibilizzare l’opinione pubblica e «ripartire da scuola e università con azioni politiche e culturali», come hanno ricordato le associazioni studentesche Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari. Ed effettivamente il problema sembra essere proprio culturale: stando ad uno studio dell’Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacco di Panico), 3 uomini su 10 sono convinti che, nei casi di violenza sulle donne, siano proprio queste in qualche modo le uniche responsabili di quanto accade.

 «Il fenomeno della violenza non deve mai essere accettato come una cosa normale» - ha dichiarato la presidente della Camera Laura Boldrini - «e per fare questo bisogna educare i propri figli sin da bambini al rispetto di genere, e lo stesso deve avvenire a scuola. Quello della violenza sulle donne è un problema che riguarda gli uomini, ma questo è un percorso che dobbiamo fare insieme, uomini e donne». La Boldrini ha inoltre ricordato che uno dei primi provvedimenti approvati dall’attuale legislatura - promosso all’unanimità sia alla Camera sia al Senato - è stata la ratifica della Convenzione di Istanbul, la quale obbliga gli stati a mettere in atto una serie di azioni soprattutto nella prevenzione, nell’educazione e nella protezione della donna. Proprio la Camera ha ospitato parlamentari, attrici e attori per il reading di alcuni monologhi tratti dallo spettacolo teatrale di Serena Dandini, “Ferite a morte”, storie vere di donne vittime di abusi. Dell’importanza di un cambio di mentalità e di atteggiamento, soprattutto da parte degli uomini, ha parlato anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il quale ha sottolineato quanto le norme da sole non bastino e quanto occorra vi sia un’applicazione delle stesse affinché la situazione migliori. Nel frattempo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato “lavori in corso” per un progetto che prevede la realizzazione nei Pronto Soccorso di luoghi appositi dedicati all’accoglienza di donne vittime di abusi, affinché vengano accudite, supportate e protette.

 E quest’anno una delle tante donne italiane vittime di violenza è stata l’avvocatessa di Pesaro, Lucia Annibali, sfregiata con l’acido per ordine del suo ex fidanzato. Alla donna il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Un simbolo per tutte le donne che, come Lucia, hanno reagito con forza e dignità dopo un assurdo e mai giustificabile atto di violenza. Dall’Enel che ha acceso di rosso il Campidoglio alle decine di paia di scarpe rosse esposte davanti al Centro di Produzione TV RAI di Milano, sono state tante le iniziative organizzate in questa giornata. Un’occasione da ricordare non solo il 25 novembre, ma tutto l’anno. Tutti.




Simone Rinaldi

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