sabato 30 novembre 2013

Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando i rumors riguardanti la vicenda di Telecom Italia: il riassetto azionario di Telco, sua principale azionista, porterebbe di fatto la compagnia italiana sotto il controllo della spagnola Telefonica. In questo scenario, sono sempre più numerosi gli appelli al Governo affinché vengano tutelati gli interessi di Telecom Italia. In quanto, la partita che si sta giocando, e che sembra tuttaltro che giunta al termine, vede protagonisti non solo strategie di controllo e interessi economici, ma il futuro di milioni di dipendenti.

Lo stesso Angeletti, segretario generale del Uil, è intervenuto affermando: "le scelte da operare per la definizione della vicenda Telecom saranno decisive non solo per il futuro dell'azienda, ma anche per lo sviluppo del Paese". Bisognerebbe, in tal senso, pretendere "garanzie occupazionali e industriali, a partire dalla rete, idonee ad assicurare una prospettiva competitiva a uno dei pochi grandi gruppi italiani". Comprensibile la paura del segretario generale che venga lesa la concorrenza del mercato. Le due compagnie, infatti, controllano in Brasile Vivo ( Telefonica) e Tim Brasil (Telecom Italia), i due principali operatori di telefonia mobile del Paese sudamericano. Se entrambe rispondessero di fatto ad un’unica proprietà rappresentata da Telefonica, verrebbe sicuramente leso il gioco concorrenziale.

Come se non bastasse, negli ultimi giorni si è diffusa la notizia che il Cade, l' autorità brasiliana antitrust, potrebbe multare Telefonica per 6,5 milioni di dollari nel caso in cui non diminuisse la sua partecipazione in Telecom Italia. "L'operazione annunciata da Telefonica, seppure al suo primo stadio, già viola gli impegni presi", scrive nel rapporto Daniela Silva Borges, legale del Cuda, "sia pur indirettamente, cresce la dipendenza economica tra i due gruppi, laddove e' richiesta l'indipendenza", inoltre, l'aumento della quota di Telefonica in Telco e' "una delle più gravi violazioni possibili dell'accordo sottoscritto con il Cuda". La Borges fa riferimento all'accordo Performance Commitment sottoscritto nel 2010 e vincolante per l'approvazione dell'ingresso di Telefonica nel capitale di Telecom Italia. A questo punto gli scenari possibili potrebbero essere la cessione da parte di Telecom Italia di Tim Brasil (maggior timore dei piccoli azionisti) o l’ingresso di qualche operatore privo di conflitti di interesse. 

Non è chiaro in questa vicenda quale siano gli obiettivi della società spagnola, risulta difficile ipotizzare che la stessa sia interessata ad una economia italiana in recessione e ad un mercato dominato da regolatori poco clementi, per non parlare di un possibile e preannunciato downgrade di Telecom da parte di Moody's a novembre. Se questo è lo scenario che si prospetta, non è sicuramente il più fertile per gli investimenti. La partita sembra tutt'altro che terminata e la prossima mossa, forse la più costosa, potrebbe essere annunciata dal Cade nei prossimi giorni.

Beatrice Di Marco

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