domenica 24 novembre 2013

In uno scenario in cui la disoccupazione è protagonista, dove diminuisce la certezza di poter continuare a produrre come lavoratore autonomo, sono poche, sempre meno, le rassicurazioni offerte dal mercato del (non) lavoro. Eppure, non tutti i settori lavorativi hanno registrato un trend negativo. C'è' chi nella crisi ha trovato nuovi input, chi in essa ha intravisto la possibilità di crescere e svilupparsi. 

Grazie agli studi condotti sull'apporto, in termini di fatturato, delle diverse aree produttive sulla produzione nazionale, si delineano delle controtendenze rispetto all'andamento di generale recessione economica. Queste sono riferite a un  settore in completa ascesa: il settore delle vendite dirette, dei cosiddetti venditori porta a porta. In tale campo due sono le associazioni degne di nota, Avedisco e Univendita, associazioni che, se accorpate - come in realtà era prima del 2010 - rappresentano il 50% di questo settore lavorativo italiano, offrendo 300 mila posti di lavoro. Tali tecniche di vendita, differentemente dalla generale opinione pubblica, sono fondate sulla consapevolezza che il consumatore è un'entità da rispettare con dei bisogni sempre più differenziati. Ciò che conta non è il semplice perfezionamento della trattativa ma la soddisfazione di un bisogno unico. A confermare quanto detto parlano i dati: solo nel 2012 si è registrato un aumento del fatturato per un totale di 1miliardo e 750 milioni di euro.

Chi il lavoro lo ha, sogna di non perderlo. Chi del lavoro ne ha solamente sentito parlare, sogna di averlo. E' stato chiaro, sin  dalla stesura della nostra Costituzione, che il lavoro rappresenta la pietra dell'emancipazione, la chiave per sentirsi parte integrante di un sistema, pur malato che esso sia, e condizione necessaria, ma non sufficiente, per l'autorealizzazione. Anche in questo il settore delle vendite dirette conquista la vetta e il titolo di campione, accogliendo nelle proprie file, uomini e donne di ogni età, navigati lavoratori e giovani reclute. Poche, ma chiare e delineate, sono le skills richieste per far parte di questo grande gruppo. L'attitudine al dialogo, la conoscenza del proprio prodotto e attenzione nei confronti del consumatore. Negli ultimi anni sono più di 10 mila le persone che, dopo aver sperimentato la crisi sulla propria pelle, hanno deciso di reinventarsi come venditori gettandosi nella via alternativa aperta da questo particolare settore, costruendosi con le proprie mani un altro futuro possibile. In un periodo come quello attraversato dal nostro paese, in cui le parole hanno preso il sopravvento sulle azioni, questo esempio si pone come un faro nella notte, chiaro alla maggior parte delle persone dotate di un briciolo di intelligenza: non c'è soluzione se non si creano le alternative. Ancora una volta si ha la dimostrazione che se incanalati nel verso giusto i sacrifici portano a risultati concreti, tangibili, intoccabili anche di fronte al peggiore degli scenari. 


Simone Di Marco

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