mercoledì 7 maggio 2014


“La società è composta di due grandi categorie di persone: chi ha più cibo che appetito e chi ha più appetito che cibo". Rubiamo la frase da Nicolas Chamfort, scrittore francese del XVIII secolo, che (e in particolar modo la prima parte), per trattare di un grave problema che sta raggiungendo dimensioni enormi a livello mondiale: l’obesità. Per obesità si intende una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, a causa di una malnutrizione per eccesso, in relazione anche ad un’attività fisica insufficiente. Si associano poi diversi altri fattori, tra cui quelli genetici, che però sono ancora sotto studio e di cui si ipotizza una causa poligenetica.


La situazione mondiale risulta essere allarmante: l’11% della popolazione è obesa e circa 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni si trovano già in una situazione di sovrappeso. In Italia, 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale. Gli uomini, più frequentemente presentano un tipo di obesità definito “centrale”, con accumulo di grasso nelle parti alte del corpo (collo, spalle, addome al di sopra dell’ombelico),mentre le donne presentano obesità di tipo “periferico”, nelle parti basse del corpo (addome al di sotto dell’ombelico, fianchi, cosce). Sfatiamo poi il mito che l’obesità è un problema delle persone agiate: un gran numero di obesi sono, anzi, facente parte della media/bassa fascia socioeconomica, con consumazione di cibi meno sani, a favore invece di quelli più ricchi in grassi.

Come ci si può accorgere di star entrando nel gruppo dei “sovrappiù”? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un soggetto viene considerato sovrappeso o obeso in relazione al suo indice di massa corporea (BMI, dall’inglese Body Mass Index). Il BMI viene espresso come rapporto tra peso (espresso in kg) e quadrato dell'altezza di un individuo (espressa in metri). Si potranno quindi avere diversi risultati, confrontabili con la sottostante tabella:

  • Obesità di III classe (gravissima )         BMI ≥ 40,00
  • Obesità di II classe (grave)                  35,00<BMI<39,9
  • Obesità di I classe (moderata)              30,0<BMI< 34,9
  • sovrappeso                                          25,0<BMI<29,9
  • Regolare (peso ideale)                         18,5<BMI<24,9

Ricordiamo, comunque, che il BMI non fornisce alcuna indicazione sulla composizione corporea, perché non tiene conto dell'ossatura e della muscolatura: un soggetto dotato di muscolatura e/o ossatura possente potrebbe apparire sovrappeso pur essendo in effetti normopeso. È necessario, quindi, analizzare in modo più preciso il proprio valore di massa grassa e ciò è reso possibile dall’uso di varie tecniche, come ad esempio la Pesata idrostatica la Plicometria ,le misure bioimpedenziometriche.

Il risvolto più tragico di questo status è rappresentato dalla vasta gamma di malattie di cui l’obesità è un importante fattore di rischio: patologie più note ,come quelle cardiovascolari, ma anche apnee notturne, diabete mellito di tipo II, malattie del fegato e della colecisti; arrivando fino a patologie la cui associazione è meno nota alla maggior parte della popolazione, come il cancro della mammella, la gotta, l’irsutismo. Ricordiamo, poi, che anche se un Musical, diventato pure un film, diceva: “Grasso è bello”, il risvolto psicologico non è da sottovalutare in questi pazienti. Le persone in sovrappeso, e tanto più quelle obese, vengono relegate ai margini delle relazioni sociali. In special modo, l’isolamento risulta evidente nei bambini, che crescono così in una situazione di disagio, con un rapporto squilibrato verso il proprio corpo, raggiungendo, a volte, anche gli estremi opposti: anoressia e bulimia (descritte nell’articolo precedente, riguardante la malnutrizione per difetto ndr). Proprio per migliorare questa situazione in picchiata, la Comunità Europea ha stabilito un piano d’azione a cui tutti i membri dovranno rispondere per cercare di far rientrare l’emergenza: l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020. Nonostante i numerosi piani messi a punto dai vari Paesi, però, il traguardo del peso forma per molti è ancora lontano: si deve cominciare dall’educazione alimentare infantile. D’altronde, come diceva Francois de La Rochefoucould:” Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un’arte”.

Per ulteriori approfondimenti riguardanti l’argomento, potete visitare il sito:

K.M.

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