venerdì 11 aprile 2014

Tragedia a Roma. Nella giornata di martedì è stato trovato morto un ragazzo svizzero, Jonathan Lucas, presso la sua stanza d’albergo sito in zona Torre Rossa vicino l’Aurelia; la causa del decesso è stato un coltello conficcatosi nel petto della vittima, forse lanciato proprio da uno dei suoi coinquilini temporanei, mentre erano intenti a giocare al lancio dei coltelli. Jon, lo chiamavano così gli amici,quegli stessi compagni ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio colposo, aveva 16 anni ed era in gita a Roma con la propria scuola, l’ Elysèe di Lisanna, considerata “d’alto livello”; era visto come una piccola “star”, di fatti, godeva di una lieve popolarità nel mondo del web, in particolare quello di Youtube e Instagram. Proprio quella fama, forse, l ha portato ad un gesto così estremo, l’ultimo: sembra sia stato iniziato tutto per gioco, un nuovo video da postare su internet, uno dei tanti in cui il protagonista era sempre lui, Jon, figlio di genitori oramai disperati, accorsi subito in Italia, e fidanzato di una ragazza della sua stessa età, cui aveva mandato un messaggio prima dell’accaduto: “mi manchi tanto”. Un ragazzo come tanti, come i suoi amici, ora sotto shock ed interrogati dalla forze dell’ordine per meglio comprendere l’avvenimento; pare che dalla scena del crimine manchi proprio l’arma del delitto: un coltello con una lama a “farfalla”, molto probabilmente comprato proprio nella Capitale. Un coltello di origini filippine che si apre in tre parti: la lama e le due parti del manico. Un’arma pericolosissima se non la si sa usare ed è per questo che gli investigatori non escludono che lo studente svizzero possa aver fatto tutto da solo maneggiando incautamente il coltello. Un gioco finito male, un incidente dopo una lite: Jonathan è morto dissanguato martedì sera alle 23. Quando è arrivata l’ambulanza del 118 chiamata dalle suore, il cuore del giovane aveva già smesso di battere: pur facendo il possibile per rianimare il sedicenne, il personale medico non ha potuto far altro che constatare il decesso. La classe e gli insegnanti al seguito sono tornati a casa, mentre i genitori degli indagati e della vittima sono saliti sul primo aereo disponibile per raggiungere i propri figli.

Marco Harmina

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