domenica 13 aprile 2014

Il progetto Meti School nasce da un giovane architetto tedesco, Anna Heringer, la quale dopo un servizio volontario di otto mesi in Bangladesh, si innamora del posto e delle sue poverissime case di fango. Spinta dalla sua grande passione per l’architettura ecosostenibile, decide di studiare le tecniche di costruzione in terra, mettendo insieme borse di studio e volontariato. Insieme alle idee e al contributo delle famiglie di Rudrapur, cittadina rurale nel nord del Bangladesh, ha realizzato questo edificio per i bambini, uno spazio tutto loro dove poter meditare, studiare ma anche divertirsi.

La scuola è realizzata interamente in terra, paglia e bambù che formano una struttura resistente alle forti piogge del Bangladesh. Gli unici “mezzi” di cantiere ad essere impiegati sono stati i bufali, utilizzati per impastare l’argilla, una vanga e tanta manodopera. L’edifico si articola su due livelli, al piano terra si trovano tutte le aule e delle mini-grotte per il rifugio e il riposo, ricavate tra una parete e l’altra. Al primo piano invece troviamo spazi per le attività di gruppo, come la danza e il teatro e una torre nascosta tra gli alberi, dove i bambini possono arrampicarsi e godere dell’infinito panorama di risaie. L’idea base del progetto è quella di utilizzare materiali locali per sostenere l’economia e dare una formazione agli artigiani del posto, i quali hanno lavorato ben sei mesi a fianco degli esperti europei per imparare nuove tecniche di costruzione. Il materiale utilizzato, la terra, è economico ed ecologico, oltre ad essere un ottimo regolatore di umidità. Perfetta quindi per i climi umidi, calda d’inverno e fresca d’estate, è un elemento essenziale che in più non perde la sua bellezza con il tempo. 

Il progetto ha visto la collaborazione di tecnici e architetti, arrivati dall’Austria e dalla Germania, ed è divenuto subito un’attrazione regionale di intere famiglie che arrivano per ammirarla, a piedi o in risciò, da chilometri di distanza. E’ un grande esempio di rivisitazione di materiali bio e tecniche di costruzione e rappresenta una risposta semplice ad esigenze enormi. La Meti School riempie d’orgoglio i suoi 164 allievi, che l’hanno costruita con le proprie mani, insieme agli insegnanti e ai genitori. L’architetto Anna Heringer li descrive così: <<Per sei mesi, invece di fare sport o pittura, si sono dati da fare nel cantiere come in un laboratorio. E la loro emozione era la nostra. Non riesco ancora a credere che ogni centimetro cubo di questi muri sia stato trasportato sulle nostre teste e modellato dalle nostre mani.>>

Federica Salvatore

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