domenica 23 marzo 2014

Nel cuore della Provenza, a metà strada tra Marsiglia e Aix-en Provence, troviamo questo meraviglioso “villaggio” di arte, vino e architettura. L’idea viene ad un facoltoso immobiliarista, proprietario di lussuosi alberghi a Londra e a Dublino, il quale decide di comprare a Le Puy-Ste-Réparade, in Provenza, circa 200 ettari di campagna, di cui 130 coltivati a vigna, e di trasformarli in un immenso museo a cielo aperto. Nasce così Château La Coste: una cantina vinicola e un suggestivo percorso tra architetture e sculture immerse nella natura. Famosi artisti ed architetti vengono invitati a visitare la proprietà e a scoprire la bellezza del paesaggio, in seguito essi dovranno scegliere il contesto più adeguato per l’opera e dare sfogo alla propria creatività. Appena entrati troviamo la meravigliosa opera di cemento e vetro dell’architetto giapponese Tadao Ando, affiancata da un grande specchio d’acqua nel quale troviamo le prime sculture: il grande ragno, opera di Luise Bourgeois, e sul versante opposto le sculture di Calder e Hiroshi Sugimoto che creano suggestivi riflessi nell’acqua. Tra i vigneti, nella parte più bassa della tenuta, troviamo invece l’opera di Jean Nouvel, al quale è stata affidato il progetto della cantina vinicola. Il risultato è un semicilindro diviso in due sezioni, direttamente poggiato sul terreno, lucido ed interamente metallico, che accoglie macchine per la spremitura delle uve e impianti per l’imbottigliamento.

La passeggiata che ci accompagna tra le colline di Château La Coste comincia con una imponente muratura di pietre composite, opera dell’artista Sean Cully, passando tra le lame in acciaio infisse nel terreno di Richard Serra e le inquietanti installazioni di Tunga, costituite da archi spezzati a cui sono sospesi dei corpi di notevole peso e dimensione, fino ad arrivare all’opera di Andy Goldworthy, che ha inserito in una grotta leggermente illuminata, un nido formato dall’intreccio di tronchi, trasformandola in una cupola ipogea dalla quale è possibile vedere in lontananza il paesaggio circostante. Si giunge così al punto più alto del percorso, dove abbiamo un altro intervento di Tadao Ando, una piccola cappella in pietra circondata da un involucro vetrato. Proseguendo poi tra le varie sculture, tra le quali quella di Guggi e la forma perfetta, lucida e mono-materica di Tom Shannon, si arriva all’altro padiglione, sempre di Tadao Ando, un cubo in legno a cui si accede tramite un percorso protetto, in cui regna la semioscurità e nel quale sono posizionati quattro cubi traslucidi che denunciano il degrado ambientale al giorno d’oggi. Alla fine del nostro percorso, su una vasta distesa erbosa, troviamo il Music Pavillon di Frank Gehry , un auditorium all’aperto, creato nel 2008 per la Serpentine Gallery di Londra e traferito poi a in Provenza , che con la sua struttura in acciaio, vetro, legno e pietra e i suoi toni ben diversi da quelli iniziali, rappresenta l’ultimo scenario di questo suggestivo “villaggio”. 

Château La Coste è un viaggio tra le vaste distese di vigneti, degustando del buon vino, incuriositi da insoliti oggetti che spuntano improvvisamente dal terreno durante il cammino, godendo del silenzioso e piacevole paesaggio. Scoprire l’architettura, immedesimarsi negli artisti e nelle loro suggestioni.

Federica Salvatore

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