mercoledì 15 gennaio 2014

Se la loro storia d’amore fosse un libro, sarebbe “ le relazioni pericolose”. Simone de Beauvoire e Jean Paul Sartre sono forse la coppia letterata più conosciuta e la relazione fra due menti eccelse del Novecento, il filosofo padre dell’esistenzialismo e la scrittrice femminista, fu destinata, da subito, a dare scandalo.

Si incontrano all’università della Sorbona nel 1929 : lui 24 anni, basso, vestito senza cura ma con un’immensa caratura culturale. Lei, poco più che ventenne, ragazza dell’alta borghesia ne resta subito affascinata e rapita. I due si innamorano ma il loro non sarà mai un amore convenzionale.

Nell’ottobre del 1929 viene sancito il loro particolare matrimonio, un contratto rinnovabile ogni due anni in cui la clausola principale è l’apertura ai cosiddetti “amori contingenti” vissuti da entrambi. Questi furono gli ingredienti che resero immediatamente scandalosa la loro unione, nonostante il loro fosse un rapporto basato sull’uguaglianza culturale e l’indipendenza. Le relazioni intraprese da entrambi erano sempre rese trasparenti dalla reciproca complicità, confidenza e rispetto: nulla nella loro vita doveva essere dissimulato. Simone e Jean Paul rifiutavano una vita banale, sui binari della normalità e sebbene le relazione (soprattutto di Sartre) furono numerose e misero spesso a repentaglio la coppia, il filosofo più volte dichiarerà : “La mia vita non appartiene a me solo, voi (Simone) siete sempre me, l’essere stesso del mio essere, il cuore del mio cuore”.

Gli stessi valori che caratterizzavano la vita sentimentale di Simone de Beauvoire, caratterizzeranno anche la sua produzione intellettuale: libertà e giustizia sono il comune denominatore della sua attività, il suo impegno civile attraverso libri ed articoli diviene costante e necessario per dare voce agli oppressi: le torture nella guerra in Algeria, la crudeltà della guerra in Vietnam, il maggio ’68 in Francia. Saranno però le battaglie femministe che la consegneranno alla storia come emblema assoluto del femminismo impegnato.

Il “secondo sesso” è sicuramente la sua opera più importante, qui l’autrice fa qualcosa di mai fatto prima: analizza l’essere donna nelle sue mille sfaccettature. Il contenuto di alcuni capitoli, primo fra tutti quello che difendeva la libertà di aborto, irritò profondamente tanto da spingere la Chiesa ad inserirlo fra i libri proibiti con un editto del Vaticano nel 1956. All’interno dell’opera però, nonostante i temi, la De Beauvoire non è mai sfrontata, fa ricorso alla letteratura, al mito, alla filosofia.

Una donna fuori dagli schemi, una donna intraprendente e indipendente tutte caratteristiche che la renderanno insieme a suo marito (padre dell’esistenzialismo) una delle maggiori menti del Novecento. Nonostante però l’esuberanza che caratterizzò tutta la sua vita, una cosa per Simone De Beauvoire fu un caposaldo : il suo amore per Sartre. Malgrado il matrimonio stipulato come un contratto a termine, la loro unione durò più di 50 anni, tutta la loro vita.
Elena Guglielmino

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