domenica 11 maggio 2014



Anche se il titolo potrebbe essere troppo ambizioso, il risultato raggiunto da Floyd Romesberg e colleghi dello Scripps Research Institute di La Jolla, in California è sorprendente e segna un importante passo avanti nel mondo della ricerca e dell'ingegneria genetica. Il nostro codice genetico è formato da quattro basi azotate: Adenina, Citosina , Guanina e Timina (A, C, G,T) che appaiandosi formano la doppia elica del DNA. A seconda della loro posizione lungo il DNA esse determinano il patrimonio genetico e quali saranno le proteine prodotte da un determinato organismo. La sfida del gruppo di ricerca di Romesberg è stata quella di aggiungere ai quattro nucleotidi del DNA due nucleotidi creati sinteticamente in laboratorio denominati d5SICS e dNAM. Gli scienziati hanno prima verificato se il nuovo DNA potesse replicarsi correttamente in provetta con l'aggiunta degli enzimi necessari, risultato raggiunto nel 2008.
Floyd Romesberg

"Il grande limite di questo studio è che era condotto in vitro.
 La grande sfida era ottenere un DNA modificato in grado di funzionare nel complesso ambiente di una cellula vivente"

Ed è proprio questo l'obiettivo raggiunto dai ricercatori che hanno inserito il filamento di DNA con i due nucleotidi sintetici in un batterio normalmente utilizzato in laboratorio: E.coli. Un importante problema della ricerca era trovare una molecola in grado di trasportare i nucleotidi sintetici all'interno della cellula, ricerca che non è stata facile. La molecola necessaria è stata trovata in una specie appartenente alle microalghe.
L'esperimento ha dimostrato che il DNA modificato in presenza della molecola trasportatrice riusciva a replicarsi regolarmente e che le cellule di E.coli non perdevano i nucleotidi sintetici per effetto dei meccanismi di riparazione del DNA.


Il passo successivo della ricerca sarà quello di verificare come questi nucleotidi sintetici interagiscono con i meccanismi di trascrizione e traduzione di una cellula vivente. Comunque sia il risultato di questo esperimento apre numerose nuove prospettive, queste le parole di Romesberg:


"In linea di principio, potremmo sintetizzare nuove proteine a partire da questi nuovi amminoacidi non naturali, arrivando in futuro a pianificare la realizzazione di molecole terapeutiche e diagnostiche oltre che reagenti di laboratorio che abbiano le caratteristiche desiderate".

                                                                                                                    Augusto Piazza

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