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- Beat Generation - On The Road
martedì 26 novembre 2013
“No, aspetta a guardare il film, prima devi leggere
assolutamente il libro” oppure “Io ho visto solo il film e non mi è piaciuto,
figurati se ho voglia di leggere il libro”. Sicuramente vi sarà capitato più e
più volte di avere conversazioni simili con amici e conoscenti. Vorrei a tal
proposito, da amante sia della carta stampata sia della pellicola, proporvi un
punto di vista che integri queste due forme d’arte.
“Ha cambiato la mia vita così come quella di tutti gli
altri” avrebbe detto Bob Dylan molti anni dopo, riguardo questo romanzo. Sto
parlando di On the road, romanzo
chiave e portavoce di una generazione, la beat
generation.
IL ROMANZO. Jack
Kerouac (1922-1969) scrisse Sulla strada nel 1951 (fu pubblicato nel
1957) digitando ininterrottamente per oltre tre settimane, alimentando il suo
fisico e la sua mente con benzedrina e caffè forte. Nei sei anni che ci sono
voluti per la pubblicazione, la cultura americana è cambiata radicalmente: personalità
come Elvis Presley, James Dean e Marlon Brando sono emerse e diventate le icone
di un'epoca. Il romanzo –autobiografico-
racconta di Sal Paradise e Dean Moriarty (Jack Kerouac e Neal Cassady) e dei
loro viaggi in lungo e in largo attraverso il suolo Americano, in uno stile senza
fiato e impressionista. Per quanto sia autobiografico, il vero fulcro del
romanzo si individua nella figura di Dean. Ex galeotto, appena uscito dal
riformatorio, si incunea prepotentemente “con quel modo di parlare che aveva allora”
nelle menti e nelle vite di tutti i personaggi che incontrerà nel suo eterno
cammino sulla strada. L’incontro con Sal avviene in un momento delicato della
vita di quest’ultimo: Sal è un’aspirante scrittore in cerca di ispirazione ed
ha appena perso il padre, trovandosi faccia a faccia con quella “seria malattia
della quale non vale la pena di parlare, se non perché aveva a che fare con
quella separazione avvilente e penosa e con la sensazione di morte che si era
impadronita di me”, la depressione. Inizia così il loro viaggio. Un viaggio che,
attraverso la delirante e quanto mai dettagliata narrazione di Kerouac, in
alcuni tratti porterà anche il lettore a percepire le atmosfere che emergono
dalle pagine del libro, arrivando ben presto a fargli capire che lo scopo della
loro impresa (metafora della vita per i protagonisti) è andare, andare e ancora
andare, spingendo il proprio corpo e la propria mente al limite, con alcol,
marijuana, benzedrina, sesso e musica, cercando di sfuggire dalla noia della
vita accarezzando la morte. “Eravamo tutti felici, ci rendevamo conto che ci
stavamo lasciando alle spalle confusione e assurdità per compiere l’unica
nobile funzione che avevamo a quel tempo, andare”.
IL FILM. È Walter
Salles che con On the road adatta e
porta sul grande schermo il romanzo di Kerouak nel 2012. A differenza di alcuni
altri casi, il regista rimane molto fedele all’originale regalando, grazie
anche a un cast di tutto rispetto (Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart,
Kirsten Dunst, Viggo Mortensen per citarne alcuni), un film che coinvolge e
permette a colui che ha letto il libro di sentire in maniera ancora più viva la
sfrenata vita dei protagonisti. Una pecca (probabilmente per ragioni di regia e
di tempistica, e per la straordinaria abilità di Kerouac) sta nel fatto che paradossalmente
l’autore attraverso le parole riesce a far immergere il lettore in paesaggi e atmosfere
che invece sfuggono alla telecamera del regista. Grazie però all’uscita della
versione incensurata del romanzo avvenuta nel 2005, è stato possibile integrare
il film con scene di sesso, sia etero sia gay, rimosse su insistenza degli
editori di allora, rendendo ancora di più l’idea di quanto fosse estremo e allo
stesso tempo normale e quotidiano quel modo di vivere di un’intera generazione.
Allego link del trailer: http://www.youtube.com/watch?v=jV-gwWSoCIk
Allego link del trailer: http://www.youtube.com/watch?v=jV-gwWSoCIk
Claudio Bellucci
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