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"IL CUORE PULSANTE DI ROMA NON E' CERTO IL MARMO DEL SENATO, MA LA SABBIA DEL COLOSSEO"
“I tifosi della Roma penso che meritano di avere uno stadio personale, uno stadio unico, uno stadio che faccia veramente venire la pelle d’oca”.
È stato presentato stamane in Campidoglio l’ultima follia romana targata Usa: lo stadio della Roma. Bellissimo. L’ultima volta che una tale costruzione venne affiancata al nome della squadra capitolina, fu precisamente 4 anni fa; ai posti del presidente Pallotta e del sindaco Marino, sedevano Gianni Alemanno e Rosella Sensi, protagonisti di mandati molto simili tra loro: marginali. “Forse non si è capito, ma abbiamo voltato pagina”, Ignazio Marino. Il nuovo stadio della Roma avrà una capienza di 52.500 posti, ma, nel caso di un’occasione speciale, come può essere quella di una finale di Champions League, possiederà la capacità di arrivare a quota 60mila; sarà ultramoderno, con una tecnologia stupefacente, attento alla sostenibilità e al rispetto dell'ambiente, con la tecnologia wi-fi in tutta la struttura, che consenta a tutti gli spettatori anche di poter ordinare da mangiare dal proprio posto o avere una guida virtuale per arrivarci.

Sembra tutto un sogno, ma i sogni, si sa, sono costretti prima o poi a confrontarsi con la realtà, la fredda realtà dei numeri e delle cifre: questo ambizioso progetto costerà alla cordata americana circa 300 milioni di euro, somma che potrebbe toccare il tetto massimo di un miliardo. Aperta allora la caccia a nuovi investitori: ''il progetto sarà finanziato da investitori privati, non ci saranno fondi pubblici e del municipio. È importante avere uno stadio per far sì che la Roma diventi una squadra leader, la più grande a livello mondiale. Ci serve lo stadio per arrivare a questo obiettivo", queste le parole di James Pallotta. Già sono note alcune partnership straniere come la Disney, interessata ad aprire dei punti vendita all’interno della struttura, e la Nike, che vuole creare un mega store allo stadio, con uno schermo gigante sulla facciata dove sorgerà una sorta di anfiteatro all'aperto per poter seguire le gare in trasferta della Roma o anche dei film.
Dan Meis, assieme al costruttore incaricato, Luca Parnasi, avranno due anni di tempo a disposizione, tempo stabilito dal presidente della Roma ed il sindaco della città, qui le sue parole: "A Pallotta lancio una sfida, vogliamo che Totti e gli altri possano giocare in questo stadio che fa orgoglio alla nostra città già nella stagione 2016-2017". Ed è qui che si torna, di nuovo, alla realtà: la burocrazia italiana. Tutti sanno quanto un’opera di questo calibro possa occupare tempo e denaro nel nostro belpaese, ma Parnasi sembra ottimista: "Quando il progetto verrà autorizzato speriamo che i tempi saranno quelli che la legge sugli stadi prevede: nove mesi al massimo come termine ultimo per avere l'ultimo progetto, dopodiché il permesso finale equivale al permesso di costruire quindi si dovranno portare le ruspe e le gru per iniziare i lavori. Idealmente entro la fine dell'anno si potrebbe partire".
In Campidoglio questa mattina erano presenti anche alcuni esponenti dello spogliatoio giallorosso: ''Più che un obiettivo è una speranza, non per me ma per i tifosi della Roma. Avere uno stadio proprio è una cosa che coinvolge tutti, speriamo di onorare questo grandissimo impegno che abbiamo preso. Io capitano nel nuovo stadio? Può darsi, vediamo come staremo tutti quanti'', ha risposto Capitan Totti. "Questa sarà la nostra nuova casa, quello che mi piace è il prato al centro dell'impianto su cui dobbiamo continuare a scrivere la storia della Roma", ha aggiunto l'allenatore della Roma Rudi Garcia, che poi ha continuato: "il progetto del nuovo stadio è fantastico, quello che mi piace è che potremo vederci anche una finale di Champions League. Sarà sul campo dove dovremo poi scrivere ancora la storia della Roma, con questo stadio sarà più facile raggiungere certi traguardi". Entusiasta anche Daniele De Rossi. ''La speranza è che questi lavori siano molti veloci e nel frattempo continuare a dare gioia ai nostri tifosi nel vecchio stadio, per arrivare a questo con dei trofei importanti".
È un tifoso quello romanista in preda alle emozioni. Il suo cuore sta ancora correndo con Florenzi sotto la curva, i suoi occhi sono passati dalla maglia baciata nel momento dell’esultanza, al nuovo circo dei giochi, il nuovo Colosseo. Finalmente potrà vedere la propria squadra sedere al posto che gli spetta, lì, tra le più belle donne del panorama europeo; potrà ammirare tutta la sua avvenenza da bordo campo, circondata dalle voci di “tanta e tanta gente che ha fatto innammora'”. Il nuovo stadio non è ancora in costruzione, ma in cuor suo, il tifoso giallorosso che dei tifosi è sempre il più, già si vede, si immagina di dire addio, di abbracciare, come si fa con un vecchio amico , uno stadio che è stato teatro di dolori e di altrettante gioie ed andare incontro al futuro, vedendo magari l’Eterno Capitano, passare il testimone -lo scettro di Roma- al suo vice, Capitan Futuro.
Marco Harmina
venerdì 28 marzo 2014
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Un americano a Roma: Capitale prigioniera di Obama
La polizia di frontiera di Fiumicino ha scortato Obama fino all’uscita dall’aeroporto. Poi il compito è stato affidato alle forze speciali italiane, come i Nocs (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) e il Gis (Gruppo di Intervento Speciale). La limousine superblindata di Obama, conosciuta come «The Beast», con bandierina Usa da un lato e italiana dall'altra, è stata e sarà scortata, oggi e domani, da elicotteri, oltre 30 vetture, tra gli agenti del Secret Service Usa e quelli delle forze dell'ordine italiane, 6 furgoni e 12 moto. Tiratori scelti sorveglieranno per le prossime ore Campidoglio, Palazzo Chigi, Vaticano, Quirinale, Villa Madama. Ad accogliere il presidente fuori Villa Taverna, vi sono stati una folla di curiosi ed un imponente schieramento della sicurezza. In attesa dell’arrivo del presidente nella residenza, la stanza che accoglie Obama è stata controllata, sigillata ed isolata dagli addetti alla sicurezza della Casa Bianca. Nei pressi di Villa Taverna è vietata per le prossime ore la circolazione delle auto: transita solo chi ha il pass speciale dell’ambasciata Usa. Al passaggio del serpentone di metallo, nella giornata di oggi e di domani, saranno create 10 minuti prima del transito delle zone rosse vietatissime alle auto. Inoltre l’imponente piano di sicurezza prevede la rimozione di auto in sosta e di cassonetti lungo i percorsi, il controllo dei tombini e posti di blocco. Ma i romani si accorgeranno della presenza di Obama anche grazie ai telefoni cellulari, ancor prima dell’incombente numero di Tweet e stati su Facebook, perché verranno isolati i segnali della rete.
Per Obama un’agenda ricca di incontri. Alle 10.30 Obama incontrerà papa Francesco, poi alle 12.30 il pranzo al Quirinale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano definito «una roccia per l’Italia», e in seguito, alle 14.30, l’incontro a Villa Madama con il premier Matteo Renzi e il suo governo. All’ordine del giorno ci sono temi delicati, dalla questione Ucraina a quella dei Marò. Nel pomeriggio, invece, Obama si concederà anche un momento di svago e cultura con una visita al Colosseo accompagnato da un archeologo della Sovrintendenza di Roma. In occasione della sua visita, il Foro romano e il Palatino chiuderanno anticipatamente alle 13. Poi ci saranno le bonifiche degli artificieri all’interno e fuori dal monumento. La sua partenza è fissata per la mattina di venerdì 28 marzo.
Per l’occasione è stato attuato inoltre un Piano di Soccorso per Emergenza presso il Policlinico Gemelli che prevede una massima allerta per tutti i servizi. È stata disposta un’area di servizio per eventuali attacchi di natura chimica, con tenda di decontaminazione e aree di isolamento in casi di contaminazioni biologiche.
L’ Agenzia per la mobilità ha comunicato che le limitazioni al traffico sono previste nella zona tra Villa Borghese, via Veneto e Porta Pinciana, in piazza Bocca della Verità e largo di Torre Argentina e su alcune strade all’interno del rione Trastevere. Per giovedì 27 marzo sono previste limitazioni al traffico anche nell’area tra via Giulia, largo Fiorentini, vicolo della Moretta, via di Sant’Aurea, piazza dè Ricci, piazza Vincenzo Pallotti, via dei Cartari, via Larga e via del Pellegrino. Chiusa la fermata Colosseo della linea B e deviate le linee 52, 53, 168, 217, 233 e 910.
Nella giornata di ieri non sono mancate proteste da parte di movimenti di estrema destra, tra cui quello del Movimento Sociale Europeo che ha affisso alcuni manifesti che recitano : «Roma sta con Putin. Obama ospite indesiderato». Inoltre nella giornata di oggi, alle 16, i Cobas e movimenti antagonisti, hanno annunciato un movimento “anti-Nato” a via Venuto, circa 100 metri della sede dell’Ambasciata Statunitense.
Francesca Pistolini
Ecobiocap: la rivoluzione non nel contenuto ma nell'imballaggio
Quasi tutti i prodotti che consumiamo nella nostra quotidianità sono
confezionati e sovra-confezionati per assicurarne la qualità e la sicurezza.
Spesso però non pensiamo alla vita media di una confezione che dura il tempo di
scartare un prodotto e diventa immediatamente spazzatura. La mole di spazzatura
prodotta da gli imballaggi è diventata così la fonte più grande di rifiuti
legati al consumismo, e se non realizzata con materiali riciclabili o
biodegradabili diventa anche la più importante fonte di inquinamento che
permane nell'ambiente per un lasso di tempo che, se paragonato a quello della
durata media della nostra vita, diventa eterno. Lo sviluppo di un materiale
adatto al confezionamento dei cibi, completamente biodegradabile e soprattutto
competitivo sul mercato è lo scopo per cui è nato il progetto Ecobiocap (Ecoefficient Biodegradable Composite Advanced
Packaging), che vede coinvolti numerosi enti privati e università europee tra
cui figura anche l’università degli studi di Roma la Sapienza. Il progetto si è
focalizzato sul confezionamento di quei cibi che hanno vita più breve sul
mercato tra cui i cibi freschi a breve scadenza. Lo scopo principale è stato
quello di creare un materiale in grado di competere con le attuali
bio-plastiche già presenti sul mercato che, anche se sono biodegradabili, hanno
un alto costo di produzione dovuto all'elevato utilizzo di acqua, energia e soprattutto
biomassa vegetale; necessario per la loro realizzazione. Si è pensato cosi
di utilizzare i prodotti di scarto della filiera della produzione alimentare,
industrie casearie, della birra, della produzione dell'olio e di tutti i
prodotti legati ai cereali, scarti largamente disponibili e a costo zero. Da
questi materiali di scarto è possibile creare biopolimeri, fibre e
bio-poliesteri per realizzare confezioni che oltre ad essere ad impatto zero,
riducono lo spreco e sono state ideate per mantenere il contenuto in sicurezza
in maniera atossica. E' stata data anche priorità al design del prodotto per
renderlo accattivante sul mercato. Attraverso questa collaborazione tutta
europea è stato ideato un prodotto environment-friendly che presto sarà sul mercato. Finalmente
l'uomo ha capito e sta facendo dei lenti passi verso quello che la natura ha
sempre saputo: nulla si crea, nulla si distrugge tutto si riutilizza. L'innovazione diventa sempre più green.
Per approfondire: http://www.ecobiocap.eu/index.php
Augusto Piazza
martedì 25 marzo 2014
CROSTATA RICOTTA & CIOCCOLATA
Quest’anno purtroppo la primavera ci ha dato solo un timido assaggio, quindi per oggi vi propongo una ricettina che ci tiri un po' su il morale.
La crostata di cioccolata e ricotta è sicuramente un super classico. Anche perché quando si tratta di cioccolata...non esistono stagioni!
COSA OCCORRE:
Teglia (meglio se 24 cm)
Mattarello
INGREDIENTI:
Per la frolla
- 300 gr di farina 00
- 100 gr di zucchero
- 100 gr di burro
- 2 uova
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- 1 bustina di vanillina
Per il ripieno
- 500 gr di ricotta
- 100 gr di zucchero
- 150 gr di gocce di cioccolata
- Fialetta al rum (qualche goccia)
- 1 uovo
TEMPO DI COTTURA:
40 minuti in forno gia caldo, 180 gradi
Per prima cosa prepariamo la frolla della nostra crostata, non spaventatevi è più semplice di quanto sembri. In una ciotola disponiamo la farina con al centro le uova, lo zucchero, il lievito, vanillina e il burro a tocchetti ammorbidito.
Lavoriamo gli ingredienti fino ad amalgamarli bene, dopodiché passiamo il tutto su un piano in modo che si possa lavorare con le mani. Impastiamo (con l’aiuto di un po di farina per non farla attaccare) fino ad ottenere un composto liscio e ne facciamo una palla che avvolgeremo poi con la pellicola. La disponiamo in frigo e lasciamo riposare per almeno 30 min.
CONSIGLI :
- Se non avete tempo per fare la frolla, potete comprare quella già pronta. La trovate al supermercato nel banco frigo.
Io però se riesco cerco sempre di farla in casa, in modo da essere sempre sicura degli ingredienti siano freschi.
- Se non avete le gocce di cioccolata, potete usare una tavoletta di cioccolata sminuzzata. Cercate di fare i pezzettini il più piccoli possibile, altrimenti rischiate che a causa del peso, durante la cottura finiscano tutti sul fondo.
Ora non vi resta che mettervi i guanti da forno... E via!
Elena Guglielmino
lunedì 24 marzo 2014
Château La Coste, una passeggiata tra vino ed architettura
Nel cuore della Provenza, a metà strada tra Marsiglia e Aix-en Provence, troviamo questo meraviglioso “villaggio” di arte, vino e architettura. L’idea viene ad un facoltoso immobiliarista, proprietario di lussuosi alberghi a Londra e a Dublino, il quale decide di comprare a Le Puy-Ste-Réparade, in Provenza, circa 200 ettari di campagna, di cui 130 coltivati a vigna, e di trasformarli in un immenso museo a cielo aperto. Nasce così Château La Coste: una cantina vinicola e un suggestivo percorso tra architetture e sculture immerse nella natura. Famosi artisti ed architetti vengono invitati a visitare la proprietà e a scoprire la bellezza del paesaggio, in seguito essi dovranno scegliere il contesto più adeguato per l’opera e dare sfogo alla propria creatività. Appena entrati troviamo la meravigliosa opera di cemento e vetro dell’architetto giapponese Tadao Ando, affiancata da un grande specchio d’acqua nel quale troviamo le prime sculture: il grande ragno, opera di Luise Bourgeois, e sul versante opposto le sculture di Calder e Hiroshi Sugimoto che creano suggestivi riflessi nell’acqua. Tra i vigneti, nella parte più bassa della tenuta, troviamo invece l’opera di Jean Nouvel, al quale è stata affidato il progetto della cantina vinicola. Il risultato è un semicilindro diviso in due sezioni, direttamente poggiato sul terreno, lucido ed interamente metallico, che accoglie macchine per la spremitura delle uve e impianti per l’imbottigliamento.
Château La Coste è un viaggio tra le vaste distese di vigneti, degustando del buon vino, incuriositi da insoliti oggetti che spuntano improvvisamente dal terreno durante il cammino, godendo del silenzioso e piacevole paesaggio. Scoprire l’architettura, immedesimarsi negli artisti e nelle loro suggestioni.
La passeggiata che ci accompagna tra le colline di Château La Coste comincia con una imponente muratura di pietre composite, opera dell’artista Sean Cully, passando tra le lame in acciaio infisse nel terreno di Richard Serra e le inquietanti installazioni di Tunga, costituite da archi spezzati a cui sono sospesi dei corpi di notevole peso e dimensione, fino ad arrivare all’opera di Andy Goldworthy, che ha inserito in una grotta leggermente illuminata, un nido formato dall’intreccio di tronchi, trasformandola in una cupola ipogea dalla quale è possibile vedere in lontananza il paesaggio circostante. Si giunge così al punto più alto del percorso, dove abbiamo un altro intervento di Tadao Ando, una piccola cappella in pietra circondata da un involucro vetrato. Proseguendo poi tra le varie sculture, tra le quali quella di Guggi e la forma perfetta, lucida e mono-materica di Tom Shannon, si arriva all’altro padiglione, sempre di Tadao Ando, un cubo in legno a cui si accede tramite un percorso protetto, in cui regna la semioscurità e nel quale sono posizionati quattro cubi traslucidi che denunciano il degrado ambientale al giorno d’oggi. Alla fine del nostro percorso, su una vasta distesa erbosa, troviamo il Music Pavillon di Frank Gehry , un auditorium all’aperto, creato nel 2008 per la Serpentine Gallery di Londra e traferito poi a in Provenza , che con la sua struttura in acciaio, vetro, legno e pietra e i suoi toni ben diversi da quelli iniziali, rappresenta l’ultimo scenario di questo suggestivo “villaggio”.
Château La Coste è un viaggio tra le vaste distese di vigneti, degustando del buon vino, incuriositi da insoliti oggetti che spuntano improvvisamente dal terreno durante il cammino, godendo del silenzioso e piacevole paesaggio. Scoprire l’architettura, immedesimarsi negli artisti e nelle loro suggestioni.
Federica Salvatore
domenica 23 marzo 2014